14 Ago. Occhiali protettivi solari. Sono davvero indispensabili?

Scritto da: Dott. Pier Elio Prosio

Si, certamente. Mentre ormai sono ben noti, per quanto riguarda la pelle, non solo gli effetti benefici ma anche i possibili effetti dannosi dei raggi solari, non si può dire altrettanto del livello di conoscenza e di sensibilità della popolazione riguardo alla necessità di portare frequentemente, specie nelle situazioni di maggior rischio, occhiali protettivi.

Eppure sono numerose le evidenze scientifiche, epidemiologiche dei possibili danni alle strutture oculari in seguito a un’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti.

Patologie da esposizione cronica

Non si tratta solamente della possibilità che si verifichi una temporanea irritazione della superficie oculare sino ad avere una cheratocongiuntivite acuta determinata dall’esposizione a raggi ultravioletti senza protezione, ma soprattutto che si possano verificare patologie più serie per una esposizione cronica, con effetto cumulativo.

Possibile insorgenza di tumori palpebrali benigni o anche maligni quali epitelioma baso cellulare e spino cellulare o l’ancor più temibile melanoma. Insorgenza di occhio secco, anomalie della superficie congiuntivale quali pinguecola, pterigio, lesioni pretumorali o tumorali della congiuntiva, lesioni a carico dei vari strati della cornea, specie se la cornea è più sottile a causa di anomalie quali cheratocono o pregressa chirurgia rifrattiva e riattivazione di cheratite erpetica.

L’esposizione ai raggi ultravioletti può favorire anche l’insorgenza di cataratta e anche di degenerazione maculare, compromettendo quindi la funzione della porzione più importante della retina.

L’importanza delle lenti protettive.

E’ fondamentale adottare un corretto stile di vita, proteggersi a tutte le età fin dalla prima infanzia, non solo utilizzando creme solari per il volto e per il corpo con adeguato filtro ma anche utilizzare occhiali protettivi in grado di bloccare i raggi UV, in particolare per i 400 nanometri che è considerato il miglior standard protettivo di riferimento. Per gli occhiali da vista con lenti correttive la protezione UV è fortemente raccomandata ed è stabilita al limite di 380 nanometri dalla norma ISO.

Purtroppo non tutte le lenti da sole proteggono adeguatamente ed è ancora consistente la percentuale di soggetti che portano lenti che non proteggono a sufficienza dalle radiazioni nocive UVA e UVB. È importante quindi la qualità della lente.

L’entità della protezione varia da zero a quattro:

1] protezione modesta;

2-3] sono normalmente utilizzati per gli occhiali da sole tradizionali;

3] è la più utilizzata per il suo elevato assorbimento della luce solare, fornisce comfort visivo, è adatta alla guida e anche per molti sport, ma non garantisce sufficiente protezione sulla neve o per sport acquatici come vela, windsurf…

4] offrono una massima protezione particolarmente in condizioni di grande riflessione come sulla neve o in mezzo al mare, ma non sono consigliabili per la guida.

Come è noto all’aumentare dell’altitudine diminuisce lo spessore dell’atmosfera che assorbe le radiazioni e quindi aumenta la radiazione solare; si calcola 12% ogni 1000 m di altitudine. Con l’abbassarsi della latitudine aumenta la radiazione solare e all’equatore diventa massimale. Se siamo in acqua la percentuale dei raggi che l’attraversa è del 40%. In spiaggia la percentuale dei raggi che può attraversare un ombrellone arriva quasi al 50%.

Quando l’indice UV è molto basso (1-2) può essere concesso di rimanere all’aperto senza particolare protezione, ma a partire dal grado tre aumenta progressivamente la necessità di protezione fino al grado 11 in cui l’irradiazione estremamente forte è molto pericolosa.

Le lenti da sole devono quindi assorbire i raggi UVA e UVB, anche se i dati forniti da varie aziende secondo indagini effettuate, hanno dimostrato che talora non rispettano esattamente grado di protezione segnalato.

Tipologia di lenti protettive.

Possiamo disporre di varie lenti protettive nei confronti della luce solare. È importante ricordare che l’intensità del colore della lente riduce l’abbagliamento, ma se le lenti non sono di alta qualità non impedisce il passaggio delle radiazioni pericolose. Anzi può addirittura favorirlo perché il diametro pupillare si allarga, il soggetto non strizza le palpebre in atteggiamento di difesa naturale e così le radiazioni pericolose sono estremamente agevolate nel raggiungere le strutture oculari ed esplicare la loro azione dannosa. Questa situazione è particolarmente pericolosa nei bambini che hanno generalmente un diametro pupillare maggiore e strutture oculari più sensibili ai raggi solari.

Varie sono le soluzioni a disposizione per proteggersi:

Lenti fotocromatiche: quando sono attraversate dai raggi solari aumentano in pochi secondi l’intensità del colore in base all’intensità della luce e anche il rischiarimento successivo avviene in pochi secondi. Possono essere di vari colori e oltre alla elevata protezione assicurano comfort visivo. Hanno anche qualche inconveniente: per esempio in automobile può verificarsi una possibile interferenza con il parabrezza che impedisce alla lente di scurirsi nel modo migliore; l’entrata in una galleria può non essere seguita da un istantaneo rischiarimento, ma dipende anche dalla qualità della lente stessa. Agiscono però anche quando il cielo è nuvoloso e possono assicurare protezione fino anche al 100%.

Lenti polarizzate: impediscono l’abbagliamento filtrando la luce riflessa, non modificano i colori naturali, possono proteggere in modo completo e sono anche utili nei soggetti operati di cataratta. Bloccano la luce concentrata su una superficie piatta (neve, acqua, asfalto) e poi riflessa sui nostri occhi. Le due protezioni UV e lenti polarizzate possono coesistere e sono molto performanti perché oltre a proteggere migliorano i dettagli delle immagini e dei colori.

Lenti specchiate: sono dotate di una struttura molto riflettente, lo specchio, applicata anteriormente per limitare la quantità di luce che penetra nell’occhio (dal 10 al 60%). Utili in attività sportive sulla neve o sull’acqua. I colori possono essere un po’ modificati.

Lenti antiriflesso: riducono la luce riflessa sul retro della lente; in mancanza di questa applicazione la luce rimbalza sugli occhi e può essere fastidiosa.

Lenti CPF: filtrano selettivamente la luce blu solare e quella dei dispositivi otticodigitali, aumentano il contrasto, riducono l’abbagliamento e assicurano un riposo visivo. Possono essere specialmente utili in situazioni particolari, cioè in pazienti in cui gli occhiali da sole comuni non impediscono l’abbagliamento; in casi di fotofobia patologica e abbagliamento, retinopatia pigmentosa, degenerazione maculare, albinismo, cataratta.

Altrettanto importante è la conformazione della montatura che, specie nelle situazioni più a rischio, deve proteggere lateralmente ed essere avvolgente, perché le radiazioni riflesse si sommano a quelle dirette con aumento del rischio globale.

Comunque, e ‘ ovviamente superfluo ricordarlo, non osservate mai il sole! Si crea un flusso di irradiazione di decine di migliaia di volte superiore con rischio di maculopatia fototraumatica irreversibile.

Massima protezione deve essere adottata anche in attività lavorative particolari (uso di fiamma ossidrica, saldature, lampade abbronzanti).

Lenti a contatto con protezione UV.

Le lenti a contatto con protezione UV hanno un buon potere filtrante, proteggono dalla luce diretta e riflessa. Sono comunque necessari ulteriori approfondimenti clinici ed è bene associarle a occhiali protettivi solari.

Occhiali protettivi nei confronti della luce blu.

La luce blu è una radiazione molto vicina all’ultravioletto, di alta energia (400 -460 nm).

La porzione blu viola è considerata nociva per l’occhio in particolare per la retina. È emessa, notoriamente, da display, tablet smartphone, schermi televisivi e anche dalla luce solare naturale.

Se una persona è sottoposta in modo continuativo alla luce blu può andare incontro a sintomi quali bruciore, secchezza oculare, stanchezza visiva e anche alterazione del ritmo sonno-veglia perché si verifica un’alterazione della produzione di melatonina.

La luce blu turchese ha invece effetti positivi sul benessere psicofisico e non deve essere schermata. Queste considerazioni sono sempre più attuali, in considerazione dell’aumento dello smart working e della crescente indoor generation.

Lenti intraoculari con filtro per la luce blu.

Le lenti intraoculari con filtro per la luce blu vengono impiantate nell’intervento di cataratta che prevede appunto la rimozione del cristallino opacato e la sostituzione con una lente intraoculare che protegge dalla luce blu.

I dati clinici non sono ancora completi perché nei vari trails sono stati utilizzati differenti sistemi di misurazione, del followup, dei risultati.

Conclusione.

È fondamentale proteggere i nostri occhi e la nostra pelle dalle radiazioni solari pericolose.

È un serio problema di educazione sanitaria e di salute pubblica che deve essere maggiormente sviluppato attraverso campagne di informazioni. Recenti studi stimano che oltre l’80% del tempo di esposizione ai raggi solari consentito nel corso della vita sia raggiunto mediamente prima dei 18 anni di età!

Ovvie sono le possibili, dannose conseguenze. Proteggiamoci a partire dall’inizio della vita!

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