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OCCHIO SECCO

La malattia della superficie oculare (OSD) è un gruppo di disturbi comunemente riscontrati nella pratica oftalmica, ma è difficile da diagnosticare ed è spesso non trattata. La sindrome da occhio secco rappresenta la causa più comune di questa patologia.

Cos’è la sindrome dell’occhio secco

La sindrome dell’occhio secco è una patologia sempre più comune, ma ancora sottostimata e sotto-diagnosticata con una prevalenza a seconda degli studi compresa tra l’11 e il 33%: questa prevalenza aumenta con l’età e impatta notevolmente (specie nelle forme medie e severe) sulla qualità della visione e quindi sulla qualità della vita, essendo una patologia cronica.

I disturbi consistono in bruciore agli occhi, sensazione di corpo estraneo, appannamento della vista e marcato fastidio nei confronti della luce.

Lo strato di lacrime che riveste la superficie oculare (film lacrimale) è costituito da tre diverse componenti (acquosa, mucosa e grassa) ed è essenziale per il corretto funzionamento e il benessere dell’occhio. Nelle sindromi da occhio secco può verificarsi una scarsa produzione di lacrime o un deficit della componente grassa.

La superficie oculare è la porzione anteriore dell’occhio a contatto con l’esterno. E’ un’unità funzionale costituita dalle seguenti componenti: le palpebre, le ghiandole lacrimali principali e accessorie, le ghiandole di Meibomio, il film lacrimale, la cornea ed il limbus, la congiuntiva. Componenti collegate non solo dal punto di vista anatomico ma anche dal punto di vista funzionale e regolate dall’innervazione, dal sistema vascolare, dal sistema endocrino ed immune.

L’occhio secco è in sostanza un’alterazione del sistema lacrimale e una conseguente compromissione della porzione più dinamica del sistema che è il film lacrimale.

Cause della sindrome da occhio secco

La sindrome da occhio secco è una patologia complessa e può essere determinata o da ridotta produzione lacrimale o da aumentata evaporazione lacrimali o da tutte e due le forme che si intersecano o si alternano.

Si distingue tra:

  1. ipolacrimia, deficit della componente acquosa
  2. dislacrimia, eccessiva evaporazione lacrimale

Questa seconda condizione è molto più comune rispetto alla prima (specie ai giorni nostri) ed è riconducibile ad una ostruzione e/o non corretto funzionamento delle ghiandole di Meibomio poste nelle nostre palpebre.

Diagnosi della sindrome da occhio secco

Il medico oculista valuta attentamente una serie di parametri.

Effettua in prima battuta una valutazione dei fattori di rischio, quali:

  1. familiarità per occhio secco, età, eventuale terapia ormonale sostitutiva con estrogeni e antiandrogeni per terapia dell’ipertrofia prostatica;
  2. patologie endocrine, ormonali ed immunitarie, malattie del collagene e autoimmuni, diete carenti di vitamina o diete squilibrate, utilizzo di farmaci decongestionanti antistaminici, analgesici sedativi, beta-bloccanti, atropinosimili;
  3. terapia corticosteroide per via sistemica e topica, farmaci parasimpaticolitici, psicofarmaci, antiparkinsoniani, diuretici, trapianto di midollo osseo.

Considera anche le abitudini di vita, il microclima dove si svolge l’attività lavorativa, vale a dire scarsa umidità, fonti di calore eccessive, presenza di polveri, aria condizionata, sorgenti di calore, inquinamento esterno.

Procede poi con un’anamnesi specialistica:

  1. utilizzo prolungato di lenti a contatto, esposizione a luce forte, utilizzo prolungato del pc o comunque di apparecchiature ottico elettroniche, utilizzo prolungato di colliri con conservanti (terapie croniche antiglaucomatose);
  2. pregressa chirurgia refrattiva (Lasik, PRK, cheratotomia radiale, trapianto di cornea, chirurgia della cataratta e interventi sul segmento anteriore e posteriore dell’occhio).

È importante un accurato esame del volto, della cute, dei movimenti delle palpebre, della struttura e della dinamicità e posizione delle palpebre stesse. Si deve escludere la presenza di ectropion, entropion, esoftalmo o comunque di anomalie che possono alterare la dinamica palpebrale e verificare la frequenza e la qualità dell’ammiccamento, la tonicità strutturale e funzionale, la elasticità palpebrale. Devono essere escluse patologie a carico delle vie lacrimali di deflusso e quindi verificare eventuali anomalie a carico dei canalini lacrimali, del sacco e del dotto naso-lacrimale.

È importante altresì verificare la presenza di eccessiva lacrimazione, di dolenzia, di infezioni e infiammazioni o di tumefazioni a carico della ghiandola lacrimale o del sacco lacrimale. Infine è molto importante lo studio dei bordi palpebrale, dell’eventuale presenza di una blefarite anteriore o posteriore o associate e di una disfunzione delle ghiandole di Meibomio.

Il trattamento dell’occhio secco

La terapia varia a seconda del grado del quadro clinico: lieve, medio, severo e della componente eziopatogenetica prevalente: occhio secco iposecretivo oppure occhio secco da aumento dell’evaporazione oppure occhio secco affetto da entrambe le cause.

Inoltre la terapia può dipendere dall’intensità e dalla gravità del quadro clinico.

Nella sindrome dell’occhio secco la terapia più moderna e innovativa è il trattamento con luce pulsata.

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