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Strumenti per la diagnosi dell’occhio secco

Oltre a questionari smart oppure più estesi come quello OSDI che valutano le caratteristiche dei sintomi, spesso si effettuano dei test quantitativi:

  1. Schirmer test (con o senza anestetico locale). Misura le secrezioni basale e riflessa apponendo una cartina assorbente nel fornice inferiore al canto esterno e misurandone l’impregnazione dopo cinque minuti.
  2. Colorazione della superficie oculare con coloranti specifici: fluoresceina sodica che mette in evidenza difetti epiteliali, colorazione della congiuntiva con rosa Bengala o meglio ancora non essendo irritante con verde di Lissamina, che è un colorante vitale all’1% che colora le cellule danneggiate o morte.
  3. BUT: analizza il tempo di rottura del film lacrimale, quindi indica una stabilità del film lacrimale. Generalmente si considera normale un tempo di rottura superiore ai 10 secondi, oppure NIBUT che analizza il tempo che si verifica tra un ammiccamento e la formazione di deformazioni di un pattern riflesso sulla cornea;
  4. Menisco lacrimale del margine palpebrale inferiore: si valuta alla lampada fessura dopo tre secondi dall’ammiccamento (valore normale è 0.1 mm).
  5. Test di felcizzazione: valuta il rapporto mucoproteine e sali disciolti nella lacrima;
  6. Test di citologia di impressione congiuntivale che valuta gli strati cellulari superficiali dell’epitelio congiuntivale rimossi.

Analisi qualitative del film lacrimale: numerosi esami sono possibili: citologia di impressione, misurazione del Ph lacrimale, determinazione delle proteine lacrimali, valutazione dello strato lipidico, dosaggio della lattoferrina e del lisozima, misurazione dell’osmolarità lacrimale che rappresenta un test molto affidabile di diagnosi di occhio secco (valori patologici superiori a 308 MOsm/L).

Altri esami che possono essere utilizzati ma che non sono comuni nella pratica clinica dato che presuppongono la disponibilità di apparecchiature complesse e che non sono determinanti nella pratica clinica:

Analisi qualitative del film lacrimale: numerosi esami sono possibili: citologia di impressione, misurazione del Ph lacrimale, determinazione delle proteine lacrimali, valutazione dello strato lipidico, dosaggio della lattoferrina e del lisozima, misurazione dell’osmolarità lacrimale che rappresenta un test molto affidabile di diagnosi di occhio secco (valori patologici superiori a 308 MOsm/L).

Altri esami che possono essere utilizzati ma che non sono comuni nella pratica clinica dato che presuppongono la disponibilità di apparecchiature complesse e che non sono determinanti nella pratica clinica:

  1. LIPIFLOW: è un interferometro che analizza la composizione dei vari strati del film lacrimale, valuta il funzionamento e il tipo di secrezione e la qualità del secreto prodotto dalle ghiandole di Meibomio; consente anche di studiare la frequenza degli ammiccamenti palpebrali e la loro completezza.
  2. Polaris: è un’apparecchiatura che analizza le caratteristiche del film lacrimale e valuta la qualità e la quantità della porzione lipidica, misura il menisco lacrimale inferiore e valuta la stabilità e regolarità del film lacrimale.
  3. Esame dell’infiammazione: è un altro test che fornisce dati utili in quanto valuta il livello di metallo proteinasi (MMP-9).
  1. LIPIFLOW: è un interferometro che analizza la composizione dei vari strati del film lacrimale, valuta il funzionamento e il tipo di secrezione e la qualità del secreto prodotto dalle ghiandole di Meibomio; consente anche di studiare la frequenza degli ammiccamenti palpebrali e la loro completezza.
  2. Polaris: è un’apparecchiatura che analizza le caratteristiche del film lacrimale e valuta la qualità e la quantità della porzione lipidica, misura il menisco lacrimale inferiore e valuta la stabilità e regolarità del film lacrimale.
  3. Esame dell’infiammazione: è un altro test che fornisce dati utili in quanto valuta il livello di metallo proteinasi (MMP-9).

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